il rondone lascia il nido
mentre un cane si accovaccia al lato della strada
poi un tram…
invece lascia il nido un rondone.
la strada si accovaccia?
appare un tram.
su un lato un cane.
la luce male incide il volto di un passante.
un braccio scrive.
due occhi da lontano a osservare.
e poi ritorna:
il bianco inchiostro risucchia punti e spazi
vuoti e nuovamente
di saliva bagna il tempo
ma rimane fermo nel prato qualcosa che domanda
nel mare d’estate una neve sospesa
due occhi sempre aperti verso il braccio
il braccio che ancora è li che scrive
un braccio ancora lì, caduto.
Bianca Bi
ecco un esempio di stupore in scrittura…un graffito corporeo…una scrittura che incide…
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Un caro saluto Franz, grazie!
Bianca
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🙂
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tra pagine d’acqua
e lettere affogate
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Grazie h_mbre dell’immagine così fedele al testo. Un caro saluto
Bianca
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“e poi ritorna:
il bianco inchiostro risucchia punti e spazi
vuoti e nuovamente
di saliva bagna il tempo
ma rimane fermo nel prato qualcosa che domanda
nel mare d’estate una neve sospesa
due occhi sempre aperti verso il braccio
il braccio che ancora è li che scrive
un braccio ancora lì, caduto.”
Applausi a scena aperta. Un’altra perla!
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Troppo gentile, Sarino. Un abbraccio, Bianca
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un abbraccio a te
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“…e sulle eterne pagine
cadde la stanca man”,
scriveva Manzoni; ma a parte questo ricordo stimolato dai tuoi bei versi, la cosa che più mi ha colpito è il gioco dei contrari, a tratti surreale, che si propone in più forme nel corso della poesia.
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In fondo la parola è un segno: fa quel che può ma non descrive mai tutto; però ci aiuta a non impazzire dietro all’inclassificabile. Buona serata.
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