almeno ora che finalmente ti somiglio adesso che le mie rughe ricordano le tue insegnami ad affezionarmi a qualcuno che stia al di là delle tue radici e dei rampicanti che mi hai avviluppato al corpo sussurratori di secche preghiere . mia regina, il sentore di un divenire si acquatta tra di noi: mi isserò fra i tuoi rami ferendomi le carni perché sia l’aria tra me e la terra e io possa urlare la lentezza della sbrinatura. ma forse poi nel cauto crescere dell’erba, guardando il rovescio del cielo e i tuoi occhi da dentro, piangerò i tanti nodi consolatori di piaghe antiche e alla fine chissà con un fiato infantile, un esausto brusio, ritornerò nel fitto intreccio di capelli e foglie nel mescolio aritmico di radici e ossa. Bianca Bi
Almeno ora che finalmente ti somiglio
Rispondi