vanità delle stelle è la notte.
ché senza buio ogni sole è tenue
e brillerebbe a stento
così nell’esser tuo opposto lei è luce
così sei stato terra per farne acqua
sei stato stelo spinoso per renderla rosa
tu oscurità di stanza e lei fuoco di candela
ad incantare
e io vetro sfregiato dalle carezze di un diamante
da una durezza perfetta che non perdona.
io mangio terra e amo le spine, papà.
l’espressione grottesca di un sorriso in penombra
e l’ombra d’inchiostro sulla carta bianca
a sporcare il candore per sbocciarsi poesia
accarezzo le piaghe e gli strappi di stoffa
l’imperfezione sottile della beltà
io dormirei senza tormento né colpa
nel luogo concavo delle tue oscurità.
Bianca Bi