Archivio mensile:ottobre 2021

Gli occhi del vetro – Bianca Bi (racconto)

E’ passato qualche anno da quando ho smesso di lavorare. Ho dato alla società il mio contributo, si potrebbe dire. Ho fatto il mio dovere. Questi che leggete sono i miei pensieri. Spesso scorrono mentre sto seduta qui davanti alla finestra. Perché io scelga sempre questa postazione non lo so. So che quando il tempo si è messo a rallentare, dopo che ho smesso di lavorare, ho iniziato a percorrere le stanze passeggiando dall’una all’altra in modo inquieto finché non ho dichiarato la resa su questa seggiola davanti alla finestra. Dico la resa perché mi sembra che quel passeggio, quell’andirivieni fosse qualcosa che somigliasse ancora un po’ a una lotta. Un guizzo, uno scatto ribelle.

La finestra ora è chiusa, la stagione lo impone. Io a volte riesco a guardare oltre il vetro e vedo i tetti, i comignoli fumanti, i corvi che così, a volte e apparentemente senza ragione, cominciano a fare un baccano infernale. Ma col passare delle ore e il calare della luce si impone sempre più il mio stesso riflesso, il vetro mi imprigiona con la mia immagine e null’altro. Non crediate che poi distolga lo sguardo, non ci riesco. Guardo i miei occhi finché quasi mi sembra siano loro a guardare me. E poi ammutolisco.

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Ricopriamoci di prati

ricopriamoci di prati
per poterci toccare
sul finire delle radici
intrecciati al nudo umido
dei lombrichi
in quel luogo che chiamano
sottoterra
dove per tutta la vita abbiamo
tenuto capovolte le cose
incantati non dalla bellezza
ma dall’intelletto
o dall’eterna infanzia.
uniamoci di nascosto
dal fulgido sole
e dalla perfezione
come s’amano tra loro
due amanti avvizziti
come s’accostano perfettamente
le tombe e i fiori.

Bianca Bi

Ti vedo vicino a me

ti vedo vicino a me
nelle circostanze più banali:
passeggiamo per la strada
saltelliamo qui e lì per evitare le pozzanghere,
tu fai i tuoi soliti gesti
e io che non resisto ti do un bacio.
sulla guancia ti bacio
che è ancora luogo d’innocenza.
ti bacio sulla guancia
dove un bambino e una bambina
inseguono aquiloni e si tengono per mano poi,
col sorriso e il fiatone e il futuro
e le scarpe infangate sopra i calzetti
bianchi e senza colpa.
ti bacio l’infanzia con la mia
e puntualmente mi sanguino la bocca
tra le spine della tua barba
e annego dentro gli occhi della donna
che non ti sono accanto
e lo vedo bene, perché solo è
il riflesso che attraversa le vetrine
con i calzetti bianchi e tutto
il passato caduto nelle pozzanghere
da cui ci tortura costante
tra due nuvole colpevoli
uno spicchio di cielo.

Bianca Bi

Immagine presa dal web.

Così è questo il crollo

cosi è questo il crollo

che chiamano amore

è questo il tormento di aver perduto

il corpo

di non poter dire più questa

è la mia mano ed è il mio fianco

e il mio collo

e tu lo sai superba radice, spina

tortuosa?

lo sai di avere il mio collo e la mia

mano e il mio fianco?

e di essermi tortura?

perché quando ti vedo

contro di me si schiudono le porte

mie tutte

contro di me

la mia piaga invoca il tuo coltello.

Bianca Bi