guarda quante cose cadute.
mi sei così vicino
eppure c’è spazio tra noi
come tra il senso
e il cielo e i miei occhi arrivano
fin troppo lontano.
guarda quante cose storte ci
circondano
forme solitarie solitudini
nude, ampie strade
e quella morte speciale che non ha
pareti.
ma resta fermo un attimo
dopo la catastrofe.
non affrettarti a ricostruire.
lascia che sia un po’ la distruzione
nella postura anomala delle cose,
del mento quando tocca il petto
e si tace la bocca.
del verso devoto che al vuoto
sta inchinato.
Bianca Bi
Immagine: Sebastião Salgado – 1944
“lascia che sia un po’ la distruzione
nella postura anomala delle cose,
del mento quando tocca il petto
e si tace la bocca.
del verso devoto che al vuoto
sta inchinato.”
che meraviglia, Bianca, una chiusa lancinante e struggente! Complimenti
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Grazie Sarino, buonanotte..
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C’è spazio tra il senso e il cielo. Questo mi ha colpito molto, me lo voglio ricordare esattamente con l’immagine che mi ha evocato il tuo verso.
Forse è proprio nella contemplazione di questo spazio che nasce e si radica la devozione di cui canti.
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Grazie Tommaso, hai colto bene. In questo spazio pure nasce e si lacera, si inchina, la poesia.
Un caro abbraccio!
Bianca
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Una chiusa intensa e significativa in una serie di versi di raro pregio
Un saluto,silvia
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Ti ringrazio molto Silvia, buona serata.
Bianca
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versi profondi, quindi la mente errabonda nello spazio senza approdo, una gratificazione aulica, ho capito giusto???
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Buongiorno TADS, al lettore arriva spesso qualcosa che l’autore stesso non conosce, di cui non è consapevole e che sempre lo sorprende. Hai dunque sicuramente inteso nel modo giusto, e grazie!
Bianca
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L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
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